La teoria dei campi | |
Prima di Einstein la concezione meccanicistica classica del mondo era basata sull'idea di particelle solide e indistruttibili che si muovono nel vuoto. La fisica moderna ha prodotto un cambiamento radicale di questa immagine, giungendo non solo a una nozione completamente nuova di "particella", ma trasformando anche profondamente il concetto classico di vuoto. Questa trasformazione, che si realizzò nelle cosiddette teorie dei campi, ebbe inizio con l'idea einsteiniana di associare il campo gravitazionale alla geometria dello spazio, e divenne ancora più profonda quando la teoria dei quanti e la teoria della relatività furono unite per descrivere i campi di forza delle particelle subatomiche. In queste "teorie quantistiche dei campi", la distinzione tra le particelle e lo spazio che le circonda diviene sempre più sfumata e il vuoto è concepito come una entità dinamica di importanza fondamentale. Il concetto di campo è stato associato non solo alla forza elettromagnetica, ma anche all'altra forza fondamentale presente su larga scala nell'universo, la forza di gravità. I campi gravitazionali sono creati e risentiti da tutte le masse, e le forze che ne derivano sono sempre attrattive, a differenza dei campi elettromagnetici che sono risentiti solo dai corpi carichi e danno luogo a forze sia attrattive che repulsive. La teoria dei campi adatta per il campo gravitazionale è la teoria generale della relatività; in essa l'influenza di una massa sullo spazio circostante ha una portata più vasta di quanto non lo sia la corrispondente influenza di un corpo carico in elettrodinamica. Anche qui lo spazio attorno all'oggetto è "condizionato" in modo tale che un altro oggetto può risentire una forza, ma questa volta il condizionamento modifica la geometria, e quindi la struttura stessa dello spazio. Materia e spazio vuoto – il pieno e il vuoto – furono i due
concetti, fondamentalmente distinti, sui quali si basò l'atomismo di
Democrito e di Newton. Nella relatività generale, questi due
concetti non possono più rimanere separati. Ovunque è presente una
massa, sarà presente anche un campo gravitazionale, e questo campo
si manifesterà come una curvatura dello spazio che circonda quella
massa. Non dobbiamo pensare, tuttavia, che il campo riempia lo
spazio e lo "incurvi". Il campo e lo spazio non possono essere
distinti: il campo è lo spazio curvo! Nella relatività generale, il
campo gravitazionale e la struttura, o geometria, dello spazio sono
identici. Essi sono rappresentati nelle equazioni del campo di
Einstein dalla medesima grandezza matematica. Nella teoria di
Einstein, quindi, la materia non può essere separata dal suo campo
di gravità, e il campo di gravità non può essere separato dallo
spazio curvo. Materia e spazio sono pertanto visti come parti
inseparabili e interdipendenti di un tutto unico. Gli oggetti
materiali non solo determinano la struttura dello spazio
circostante, ma a loro volta sono influenzati in modo sostanziale
dall'ambiente. Secondo il fisico e filosofo Ernst Mach, l'inerzia di
un oggetto materiale – la resistenza che oppone ad essere accelerato
– non è una proprietà intrinseca alla materia, ma una misura della
sua interazione con tutto il resto dell'universo. La concezione delle cose e dei fenomeni fisici come manifestazioni
effimere di una entità fondamentale soggiacente non è solo un
elemento di fondo della teoria dei campi, ma anche un elemento
basilare della concezione orientale del mondo. Nella concezione
orientale, la realtà soggiacente a tutti i fenomeni trascende tutte
le forme e sfugge a tutte le descrizioni e specificazioni. Di essa,
perciò, si dice spesso che è senza forme, vacua e vuota. Ma questa
vacuità non dev'essere presa per semplice non-essere. Essa è, al
contrario, l'essenza di tutte le forme e la sorgente di tutta la
vita. Dunque, il vuoto dei mistici orientali è certamente
paragonabile al campo quantistico della fisica subatomica. Come il
campo quantistico, esso genera una infinita varietà di forme
che sostiene e, alla fine, riassorbe.
Le manifestazioni fenomeniche del Vuoto mistico, come le particelle
subatomiche, non sono statiche e permanenti, ma
dinamiche e transitorie; entrano nell'esistenza e svaniscono in una
incessante danza di movimento e di energia. Come il mondo subatomico
dei fisici, il mondo fenomenico del mistico orientale è un mondo di
samsāra, di continua nascita e morte. Essendo manifestazioni
effimere del Vuoto, le cose in questo mondo non hanno alcuna
identità fondamentale.
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Introduzione ai Chakra | |
La fisica moderna ci porta quindi a pensare che tutto ciò che esiste, o meglio ciò che percepiamo come materiale, sia la manifestazione "granulare" di "qualcosa che sta sotto" a cui esso è intimamente legato, anzi, esso è quel "qualcosa" perché non può in alcun modo esserne separato. Secondo la concezione dello yoga, l'essere umano si presenta materialmente come un corpo fisico a cui corrisponde un "corpo di luce" ad un livello più sottile. A questo punto tentare il paragone tra tra campo quantistico e livello sottile è molto facile, ma non mi azzardo a farlo; è però evidente che i concetti combinano in molti punti. Chi ha nozioni di anatomia conosce la costituzione del corpo umano a livello fisico, con tutti i relativi organi, apparati e sistemi e chi conosce lo yoga ha la conoscenza, quantomeno teorica, del corpo sottile che, secondo la terminologia di questa disciplina, è formato tipicamente da nadi e chakra. Le nadi sono i canali astrali fatti di materia astrale, che portano le correnti psichiche. Il termine sanscrito "nadi" viene dalla radice "nad", che significa 'movimento', ed è attraverso queste nadi, o passaggi sottili, che si muove e fluisce la forza vitale, il prānā. Poiché sono fatte di materia sottile, non possono essere viste dagli occhi fisici e sul piano fisico non è possibile fare nessun esperimento su di esse. Queste yoga nadi non sono i comuni nervi, arterie e vene che si conoscono in anatomia e fisiologia ma, in base alle concezioni della fisica moderna, si potrebbe dire che questi organi fisici "soggiacciono" ad esse, anche se non sempre ne ricalcano le direttrici. I Chakra invece sono sempre organi sottili, appartenenti al livello astrale come le nadi, ma sono i centri di energia anziché i canali attraverso i quali questa scorre. I principali si trovano lungo il canale della sushumna nadi, la controparte sottile della spina dorsale, ed in varie zone del cervello; li si potrebbe definire come i gradini di una scala ideale che conduce direttamente alla più elevata esperienza dello Spirito. Essi presiedono a relativi centri corrispondenti nel midollo spinale e nei plessi nervosi del corpo grossolano. Ogni chakra esercita un controllo ed una funzione propria su ogni relativo centro del corpo grossolano. Il sukshma prānā si muove nel sistema nervoso del linga sharira (corpo astrale) così come sthula prānā si muove nel sistema nervoso del corpo fisico grossolano ed i due corsi sono intimamente connessi agendo e reagendo l'uno sull'altro. I chakra permangono nel corpo astrale anche dopo la disintegrazione dell'organismo fisico che avviene con la morte. Secondo una scuola di pensiero, i chakra si formano solo durante la concentrazione e la meditazione ma è un po' come pensare che la luna esista solo quando la osserviamo. La mente è indubbiamente uno strumento che può essere molto potente ma è molto plausibile che i chakra siano là, in uno stato sottile, poiché la materia grossolana è il risultato della materia sottile. Senza il sottile, il corpo grossolano non può manifestarsi...e sembra che anche la fisica avvalli questa ipotesi. |
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Percezione dei Chakra nel Kriya Yoga | |
Per chi si avvicina alla pratica dello yoga è importante sentire intuitivamente dove sono localizzati i chakra. Si può avere la tendenza a credere che quello che è comunemente scritto sui libri di Yoga, possa essere applicato automaticamente anche al Kriya ma con tale convinzione si può correre il rischio di perdere il vero significato delle tecniche del Kriya o parte della loro ricchezza. Si dovrebbe ricordare che il Kriya è un processo naturale, lo stabilirsi spontaneo di un livello più alto di coscienza accompagnato da sottili movimenti di energia nel corpo. Ovviamente ciò può avvenire solo in coloro che mantengono un'aspirazione incessante verso il Divino e che sono capaci di raggiungere un sufficiente grado di rilassamento. All'inizio la cosa giusta da fare è cercare di sentire distintamente i vari settori nei quali può essere divisa la spina dorsale. Si comincia con la regione del coccige, dove è localizzato il primo Chakra, Muladhara; il secondo, Svadhisthana, all'altezza dell'osso sacro; il terzo, Manipura, nella regione lombare all'altezza dell'ombelico; il quarto, Anahata, in quella dorsale all'altezza del cuore; il quinto, Vishudda, dove incominciano le vertebre cervicali, nella zona della gola.
Differenti tradizioni collocano il sesto Chakra in luoghi diversi. Tutti sono d’accordo nell'affermare che il Kutashta, il centro tra le sopracciglia, il terzo occhio" ovvero l’"occhio spirituale", l’organo della visione interiore, è collegato col sesto, pur essendo da questo distinto. Secondo alcuni, il sesto Chakra risiede nel Midollo allungato (bulbo alla sommità della spina dorsale); secondo altri la sua sede è la cosiddetta grotta di Brahma: una cavità nel centro del cervello che presenta l’ipofisi nella parte anteriore e la ghiandola pineale nella parte posteriore.
Ciò sarà approfondito più avanti, quando si imparerà a percepire questa regione del cervello nel migliore dei modi. Per quel che riguarda le nozioni esposte nel presente capitolo, è sufficiente formarsi un’idea, anche vaga, di dove possa essere situato il midollo allungato. Un centro molto importante, il bindu, ha la sua sede nella regione occipitale, dove l’attaccatura dei capelli forma una specie di vortice, dove alcuni Indù con la testa rasata, mantengono una ciocca di capelli. Il bindu può essere individualizzato fissando l'attenzione nel Kutastha e ritornando indietro, non diritti ma in su di 3-4 centimetri. Questo è un centro che è collegato sia col sesto chakra che col settimo, Sahasrara, nei confronti del quale funge come da porta. Il settimo chakra, Sahasrara, non deve essere considerato della stessa natura degli altri ma una realtà superiore che può essere sperimentata solamente nello stato di assenza di respiro. Non è perciò possibile concentrarsi su di esso come facciamo con tutti gli altri ma soltanto "entrare in sintonia" con lo stato che esso incarna. Per cui è necessario usare il bindu come porta. Le procedure del Kriya "operano" nello spazio compreso tra il primo Chakra, Muladhara, e il Bindu, poi, come risultato di tale azione, l'energia e la consapevolezza si stabiliscono nel settimo Chakra. I primi cinque Chakra possiedono sia una "componente interna" sia una "componente esterna": La componente interna può essere visualizzata come una "luce", all’interno del canale centrale della spina dorsale, volta verso l’alto, verso lo Spirito mentre la "componente esterna" è come un fascio di luce, un'irradiazione di energia, che esce dalla spina dorsale e penetra la parte interna del corpo
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Nadi, Chakra e Sistema Nervoso | |
Nadi e Chakra sono costituenti astrali dell' essere umano che vengono presi in considerazione continuamente quando si parla di Yoga e considerata l'importanza che questi centri e canali sottili rivestono in tutte le relative pratiche, si è ritenuto opportuno farne un' approfondimento, cogliendo l'occasione per dare anche alcuni cenni di anatomia relativamente al sistema nervoso umano ed agli organi fisici correlati. L'esposizione sarà suddivisa in due parti, distinte e non collegate tra loro: la prima illustrerà il sistema nervoso umano da un punto di vista puramente anatomico mentre la seconda, estratta dal trattato di Kundalini Yoga di Swami Sivananda, darà un'ampia visione del sistema dei chakra e delle nadi facendo solo i paralleli strettamente necessari con gli organi fisici principali a cui presiedono questi centri e canali sottili. Và detto che quest'ultimo testo preso come riferimento non fa parte della letteratura del Kriya, supposto che ne esista una, ma l'attinenza è piuttosto al "Kundalini Yoga". Con una lettura attenta si troveranno innumerevoli analogie e la conclusione sarà quasi certamente che l'argomento trattato è assolutamente lo stesso, a sostegno del fatto che la scienza dello Yoga, di qualunque ramo si tratti, proviene dal medesimo ceppo. Spero che la visione complessiva che ne esce risulti il più possibile comprensibile ed omogenea. |
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Il Sistema Nervoso - Trattazione Anatomica elementare |
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Il sistema nervoso è costituito da una rete di cellule nervose, chiamate neuroni, che attraversano il corpo. I neuroni sono raggruppati in circuiti e inviano messaggi da una parte all’altra del corpo attraverso segnali elettrici. Struttura e funzione dei neuroni
Il sistema nervoso
Entrambe le parti possono essere suddivise in ulteriori categorie, come mostrato nella figura. Le due sezioni che seguono descrivono le parti del sistema nervoso con maggiori dettagli.
Il cervello
Nell'encefalo umano si riconoscono tre parti fondamentali: il prosencefalo (che comprende cervello, talamo e sistema limbico, in cui è l'ipotalamo), il mesencefalo ed il rombencefalo (formato da cervelletto, ponte di Varolio e midollo allungato). In questa sezione di encefalo, si riconoscono le circonvoluzioni del cervello e il corpo calloso, che collega i due emisferi; il talamo, che funge da centro di smistamento degli impulsi nervosi; l'ipotalamo, coinvolto in molti processi omeostatici e nella produzione di alcuni ormoni; inoltre, si distinguono il ponte di Varolio e il midollo allungato, in cui sono localizzati importanti centri di controllo del ritmo sonno-veglia, della respirazione, della pressione sanguigna e del battito cardiaco. Il talamo, il ponte di Varolio e il midollo allungato formano il cosiddetto tronco cerebrale, struttura anatomica di collegamento tra il midollo spinale e la corteccia cerebrale. Il cervelletto, collocato nella porzione inferiore dell'encefalo, ha funzioni di coordinazione dei movimenti e dell'equilibrio. Attorno al cervello vi sono le ossa protettive del cranio. Nel cervello hanno origine l' intelligenza e la personalità. Esso controlla e coordina tutte le attività del corpo indipendentemente dalla nostra volontà. Il cervello riceve le informazioni dai sensi e le usa per guidare le attività quotidiane: controlla i muscoli coinvolti nel movimento volontario, così come tutti i muscoli involontari (ad esempio il battito cardiaco, le attività ghiandolari, i tessuti digestivi, ecc.). Il prosencefalo è formato dai due emisferi del cervello propriamente detto, dal talamo, dai gangli della base e dal sistema limbico. Lo strato superficiale dei due emisferi prende il nome di corteccia cerebrale. Questa è una struttura di circa 3 mm di spessore, disposta in modo da formare pieghe (circonvoluzioni) separate da piccoli o grandi solchi (scissure). Rispetto a una superficie liscia della stessa estensione, grazie a questa disposizione l'area della corteccia aumenta notevolmente, raggiungendo circa 2360 cm2. La corteccia cerebrale è formata soprattutto dai corpi delle cellule nervose, i neuroni. Osservata in sezione al microscopio, appare di colore marrone-grigiastro e viene quindi chiamata anche sostanza grigia. Gli emisferi cerebrali sono separati da una profonda scissura, detta scissura longitudinale, e sono uniti alla base da un robusto fascio di fibre nervose, il corpo calloso, che ne rappresenta la principale connessione. Ciascun emisfero è suddiviso in quattro lobi, che prendono il nome dalle ossa del cranio che li ricoprono (lobo frontale, lobo parietale, lobo temporale e lobo occipitale). La scissura centrale, o scissura di Rolando (un ampio solco della corteccia cerebrale) divide il lobo frontale da quello parietale, mentre la scissura laterale, o scissura di Silvio, divide il lobo temporale dai sovrastanti lobi frontale e parietale. Il talamo è formato da neuroni di collegamento, che fungono da via di passaggio delle informazioni dal cervello al sistema limbico. I gangli della base sono un gruppo di nuclei di sostanza grigia, disposti al di sotto della corteccia cerebrale. Il sistema limbico si trova nella parte inferiore degli emisferi cerebrali ed è formato da un gruppo di strutture collegate tra loro. Esso è formato da strutture differenziate: l'ipotalamo, l'amigdala e l'ippocampo. Il sistema limbico si trova nella regione profonda dell’encefalo e deriva dal prosencefalo, la più anteriore delle tre vescicole dell’encefalo embrionale. Esso comprende: l’ipotalamo, che produce vari neurormoni e controlla l’azione dell’ipofisi; l’ippocampo, che sembra abbia un ruolo importante nell’apprendimento, nella memoria e nell’espressione di emozioni come l’eccitazione e la collera; l’amigdala, che riceve stimoli acustici e visivi ed elabora risposte di tipo emotivo. Il talamo deriva anch’esso dal prosencefalo; esso raccoglie stimoli sensoriali provenienti dagli organi interni, dalla superficie cutanea e li invia al sistema limbico e alla corteccia. La formazione reticolare, altra struttura profonda dell’encefalo, deriva dal diencefalo, la vescicola mediana dell’encefalo embrionale. Essa ha una funzione di smistamento e di filtrazione delle informazioni che giungono dall’esterno, mediante i recettori sensoriali di tutti gli organi; gli stimoli possono essere rielaborati e inviati alla corteccia cerebrale, che elabora a sua volta adeguate risposte.
Il mesencefalo è formato da due parti principali, il tetto e il tegmento. Il tetto si trova sulla superficie dorsale del mesencefalo e contiene due collicoli superiori e due collicoli inferiori, che appaiono come quattro rigonfiamenti del tronco cerebrale. Il tegmento contiene vari nuclei che controllano i movimenti oculari; la sostanza grigia periacqueduttale, che controlla alcuni aspetti del comportamento specifico di ciascuna specie ed è coinvolta nella mediazione del dolore; e le cellule della sostanza nera di Soemmering, che partecipa alla regolazione e al controllo delle attività motorie. Il rombencefalo o tronco cerebrale, costituisce la parte inferiore dell’encefalo, che collega la parte superiore del cervello con il midollo spinale. Esso controlla funzioni quali la respirazione, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, e riflessi quali i movimenti oculari e il vomito. È formato da tre parti principali (cervelletto, dal ponte di Varolio e dal midollo allungato), attraverso cui decorre longitudinalmente un canale contenente il liquido cerebrospinale. Inoltre, per tutta la sua lunghezza è distribuita la formazione reticolare che regola lo stato di vigilanza dell’individuo. Il cervelletto, localizzato nella parte posteriore del cranio, è ricoperto da uno strato di sostanza grigia disposta in molte piccole circonvoluzioni (corteccia cerebellare). La funzione principale è quella di coordinare le uscite motorie: infatti, le lesioni cerebellari compromettono la coordinazione dei movimenti degli arti e degli occhi ma anche l'equilibrio. Si ritiene che il cervelletto riceva dalla corteccia cerebrale una "copia" del comando motorio che un soggetto intende volontariamente eseguire, e che riceva dagli arti informazioni relative all'effettivo svolgimento dello schema motorio impartito dalla corteccia cerebrale. Qualora sussistano delle differenze tra il movimento programmato e quello effettivamente realizzato, il cervelletto è in grado di correggere, con un meccanismo di feedback negativo, il movimento durante il suo realizzarsi. Per tale motivo si dice che il cervelletto è un "comparatore". Ricerche recenti hanno ipotizzato che tale compito di coordinazione del cervelletto sia generalizzabile anche alle funzioni cognitive. Il ponte di Varolio ha la forma di una grossa protuberanza ed è situato tra midollo allungato (bulbo) e mesencefalo formando una sporgenza sulla parte anteriore del tronco. Il suo nome deriva dal fatto che i peduncoli cerebrali, continuandosi verso il basso, vengono ricoperti ventralmente da una massa di fibre nervose trasversali provenienti dal cervelletto che attraversano a mò di "ponte", appunto, la linea mediana. Il suo peso, variabile in base alla mole del cervelletto, è di media pari a 18 g, con altezza di 27 mm e larghezza di 38 mm. Sulla sua parte posteriore poggiano gli emisferi del cervelletto, separati parzialmente dal quarto ventricolo e uniti dai due peduncoli cerebellari medi. In sintesi il ponte controlla i nuclei motori e sensoriali per 4 nervi cranici (mascella+mandibola, faccia, occhio, orecchio interno), i centri Apneustico e Pneumotassico (ritmo respiratorio), i centri regolatori del ritmo sonno-veglia, i nuclei motori che elaborano segnali da e per il peduncolo cerebellare medio ed i tratti ascendenti, discendenti (collegamenti col SNC) e trasversi (collegamento tra gli emisferi del cervelletto). Il bulbo definito anche midollo allungato o mielencefalo, fa parte di quello che è chiamato tronco cerebrale ed è una struttura oblunga che si collega al midollo spinale. Deriva dalla metà caudale (denominata mielencefalo) del rombencefalo. Dal bulbo passano le informazioni inerenti al gusto, al tatto e principalmente all'udito. Vi hanno sede i centri bulbari della respirazione, bersaglio di svariate sostanze quali l'eroina e numerosi farmaci come gli antidepressivi, i sonniferi ed i tranquillanti che inibiscono i centri respiratori. Il midollo allungato, assieme al ponte di Varolio controlla il ph del sangue. Nel caso in cui questo dovesse diventare troppo basso (a causa dell'eccessiva formazione di acido carbonico, dovuta al legame tra anidride carbonica e acqua) queste due regioni del cervello inviano uno stimolo di contrazione ai muscoli intercostali e al diaframma. Il midollo spinale e la spina dorsale
Complessivamente vi sono 33 vertebre (come mostrato nella figura sotto). Quelle nel collo sono chiamate vertebre cervicali: esse sono numerate C1-C7, dall’alto verso il basso. Le vertebre della parte inferiore della colonna spinale, e di tutto il torace, sono chiamate vertebre toraciche. Queste vertebre sono numerate T1-T12. Le vertebre nella parte posteriore più bassa sono conosciute come vertebre lombari e sono numerate L1-L5. Sotto queste vertebre si trova la regione sacrale (contenente l’osso sacro) che è un osso triangolare formato dall’unione di cinque vertebre sacrali (S1-S5). Infine le quattro vertebre saldate che formano il coccige.
Il midollo spinale si estende dalla base del cervello ad L1, la prima vertebre lombare. Tra T11 ed L1, il midollo spinale ha una forma conica (vedi la figura sotto): quest’area è chiamata cono midollare. Sotto il cono midollare ed L1 un grosso numero di nervi si diffondono ad arco ed assumono la forma di una coda di cavallo: questo particolare dà all’area il suo nome particolare, ovvero cauda equina.
Materia bianca e grigia del midollo spinale
Il midollo spinale contiene anche parti di circuiti neuronali che sono coinvolti nei riflessi spinali. Questi circuiti coinvolgono i messaggi che sono stati ricevuti dai nostri organi di senso, che sono arrivati al midollo spinale, e dal quale è partita una risposta diretta ai muscoli senza necessariamente che il cervello sia stato coinvolto con una decisione. Un esempio classico è il riflesso rotuleo: quando il ginocchio viene toccato il riflesso spinale causa un movimento automatico (e quindi di riflesso) della gamba che così si estende. In questo caso non è il cervello che dice alla gamba di muoversi ma è il riflesso spinale che consente il movimento: tuttavia al cervello viene inviato un messaggio per informarlo di quello che è successo (figura sotto).
Il sistema nervoso periferico
I sistemi somatici ed autonomi |
Il trattato di Kundalini | |||
Tratto da: Swami Sivananda Kundalini Yoga Capitolo Secondo Kundalini Yoga - Teoria |
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Swami Sivananda Sarasvati (1887-1963) nacque in una grande e nobile famiglia del Sud dell'India; laureatosi in medicina, si dedicò alla professione in Malesia con grande successo. Nel 1924, attratto dal richiamo della ricerca spirituale, approdò a Rishikesh, alle pendici dell'Himalaya, dove nel 1932 fondò lo "Sivananda Ashram" e nel 1936 la "Divine Life Society". Scomparso nel 1963, ha lasciato più di 300 libri sullo Yoga, traducendo oltre alla Bhagavad Gita anche i Brahmasutra, il Bhagavatam, molte Upanishad e scrivendo moltissimi altri volumi su tutti gli aspetti pratici dello Yoga, del Vedanta e della Sadhana spirituale. |
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Le nadi sono i canali astrali fatti di
materia astrale, che portano le correnti psichiche. Il termine
sanscrito "nadi" viene dalla radice "nad", che significa 'movimento'.
È attraverso queste nadi (sukshma, passaggi sottili) che si
muove, o fluisce, la forza vitale, o corrente pranica. Poiché
sono fatte di materia sottile, non possono essere viste dai nudi
occhi fisici e sul piano fisico non è possibile fare nessun
esperimento di prova. Queste yoga nadi non sono i comuni nervi,
arterie e vene che si conoscono in anatomia e fisiologia (vaidya
shastra); le yoga nadi sono completamente diverse da queste. Il
corpo è pieno d'innumerevoli nadi, che non possono essere
contate. Diversi autori specificano il numero delle nadi
differentemente, da 72.000 a 350.000. Quando volgete la vostra
attenzione alla struttura interna del corpo, siete presi da
meraviglia e stupore; perché l'architetto è lo stesso Signore
Divino, assistito da esperti ingegneri e muratori - maya,
Prakriti, viswa karma, ecc.
Ancora, Ida, Pingala e Sushumna sono le più
importanti di queste quattordici nadi, e Sushumna è la
principale. È la più alta e la più ricercata dagli yogi; le
altre nadi sono subordinate ad essa. Istruzioni dettagliate su
ciascuna nadi e le sue funzioni, e sul metodo di risvegliare
Kundalini e farla passare di chakra in chakra, sono date nelle
pagine seguenti.
Le ossa vertebrali sono sovrapposte le une sulle altre, formando così una colonna per il supporto del tronco e del cranio. Esse sono tenute insieme da processi spinosi, obliqui e articolari, e da cuscinetti di fibro-cartilagine tra le ossa. Gli archi delle vertebre formano una cavità cilindrica, ovvero un passaggio per il midollo spinale. Le dimensioni delle vertebre differiscono le une dalle altre. Per esempio, la dimensione delle vertebre nella regione cervicale è più piccola che in quella toracica, ma gli archi sono più grandi. Il corpo delle vertebre lombari è il più largo e il più grande. Tutta la spina dorsale non è come una corda rigida, ma ha delle curvature che le danno elasticità. Tutte le altre ossa del corpo sono connesse con questa colonna. Tra ogni coppia di vertebre ci sono aperture attraverso cui passano i nervi spinali, dal midollo spinale alle diverse parti e organi del corpo. Le cinque regioni della spina dorsale corrispondono alle regioni dei cinque chakra: muladhara, svadhishthana, manipura, anahata e vishuddha. La sushumna nadi passa attraverso la cavità cilindrica della colonna vertebrale, mentre Ida è sul lato sinistro e Pingala sul lato destro. Sukshma Sharira Kanda Midollo Spinale Sushumna Nadi
Sistema Simpatico e Parasimpatico Ida e Pingala Nadi Altre Nadi |
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Chakra I centri sottili nella sushumna nadi sono altrimenti conosciuti come loti o chakra. Un tattva particolare predomina in ogni chakra; in ogni chakra c'è una divinità che vi presiede. In ogni chakra è rappresentato un certo animale, che denota che il centro ha le qualità (tattva o guna) di quel particolare animale. Ci sono sei chakra importanti: muladhara, svadhishthana, manipura, anahata, vishuddha e ajna. Il sahasrara è il chakra principale, e sta nella testa. Questi sette chakra corrispondono ai loka (bhuh, bhuvah, swah, maha, jana, tapa e satya loka). Da muladhara a vishuddha vi sono i centri dei cinque elementi (pancha bhuta): terra, acqua, fuoco, aria e etere. Quando Kundalini viene destata procede dal muladhara al sahasrara, passando per tutti i chakra. In ogni centro in cui lo yogi dirige la Kundalini, fa esperienza di una forma speciale di Ananda (Beatitudine) e ottiene particolari siddhi (poteri psichici) e conoscenza. Egli gode la Beatitudine suprema quando Kundalini è portata nel sahasrara chakra. Seguono alcuni altri chakra: adhara (un altro nome del muladhara chakra), amrita, ananda, lalita, balwana, brahmadwara, chandra, dipaka, karnamula, gulhaha, kuladipa, kundali, galabaddha, kaladaada, kaladhwara, karangaka, kalabhedan, lalana, mahotsaha, manas, talana, mahapadma, niradhara, naukula, prana, soma, triveni, urdhvarandhra, vajra, ecc. Alcuni di questi nomi si riferiscono ai sei chakra principali. Ci sono anche molti chakra minori. Alcuni hatha yogi dicono che ci sono 21 chakra minori oltre ai 13 maggiori; altri hatha yogi affermano che ci sono 49 chakra, mentre gli antichi yogi insegnavano che ci sono 144 chakra. Il lalana chakra, con i suoi 12 petali rossi, è situato vicino alla base del palato; il manas chakra, con i suoi sei petali, è intimamente connesso con le sensazioni, i sogni e i viaggi astrali. Istruzioni dettagliate su ciascun chakra sono date di seguito. Petali sui Chakra Muladhara Chakra
Svadhishthana Chakra
Manipura Chakra
Anahata Chakra
Vishuddha Chakra
Ajna Chakra
Il Cervello
Sotto l'aracnoide c'è lo spazio che contiene il fluido cerebro-spinale, che ha lo scopo di ostacolare qualsiasi offesa al cervello. Sembra come se il cervello galleggiasse su questo liquido. Il cervello può essere diviso in due metà, emisfero destro e sinistro, da un solco o tessuto centrale. Nel cervello vi sono parecchi lobi o parti più piccole, come i lobi parietali e temporali ai lati, il lobo occipitale nella parte posteriore del cervelletto, ecc. In ogni lobo vi sono molte circonvoluzioni. Ancora, per amore dello studio, possiamo dividere il cervello in quattro sezioni:
Vi sono cinque ventricoli del cervello. Il quarto è il più importante, ed è situato nel midollo allungato. Il quarto ventricolo è il canale centrale del midollo spinale, quando entra nella cavità cranica. Allora il piccolo canale diventa di più grande dimensione. Ogni nervo del corpo è intimamente connesso con il cervello. Dodici paia di nervi cranici procedono da tutti e due gli emisferi, attraverso le aperture alla base del cranio, verso le differenti parti del corpo: olfattori; ottici; motori oculari; patetici; trifacciali; abducenti; facciali; uditivi; glossofaringei; pneumogastrici; spinali accessori e ipoglossi. Questi nervi sono connessi con occhi, orecchie, lingua, naso, faringe, torace, ecc. Per uno studio dettagliato di questa sezione consultate un qualsiasi libro di anatomia. Qui ho dato le parti connesse con il kundalini yoga. Brahmarandhra
Sahasrara Chakra Lalana Chakra La Misteriosa Kundalini
Kundalini, il potere del serpente o fuoco mistico, è l'energia primordiale o Shakti che giace addormentata nel muladhara chakra, il centro del corpo. È chiamata potere serpentino o anulare a causa della sua forma serpentina. È un elettrico, infuocato potere occulto, la grande forza originaria che costituisce il fondamento di tutta la materia organica e inorganica. Kundalini è il potere cosmico nei corpi individuali. Non è una forza materiale come l'elettricità, il magnetismo, la forza centripeta o centrifuga. È un potenziale potere cosmico (Shakti) spirituale. In realtà non ha forma. Il buddhi e la mente grossolana (sthula) devono seguire una forma particolare, nello stadio iniziale. Da questa forma grossolana, uno può facilmente comprendere la sottile e informe Kundalini. Prana, ahankara, buddhi, indriya, mente, i cinque elementi grossolani e i nervi sono tutti prodotti di Kundalini.
Kundalini è la dea della parola ed è lodata da tutti. Lei
stessa, quando risvegliata dallo yogi, consegue per lui
l'illuminazione. Lei che dà mukti e jnana, poiché Lei stessa è
queste due cose. anche chiamata Saraswati, poiché è la forma del
shabda Brahman Ella è fonte di ogni Conoscenza e Beatitudine; è
la stessa pura Coscienza; è Brahman; è prana Shakti, la Forza
suprema, la Madre di prana, agni, bindu e nada. È per questa
Shakti che esiste il mondo. In Lei sono creazione,
preservazione, e dissoluzione. Il mondo è sostenuto soltanto
dalla Sua Shakti. È mediante la Sua Shakti nel prana sottile che
viene prodotto il nada (suono anahata). Mentre pronunciate un
suono continuo o cantate il dirgha pranava Om, sentirete
distintamente che la vera vibrazione parte dal muladhara chakra.
Tutte le parti del corpo funzionano tramite la vibrazione di
questo nada. Ella mantiene l'anima individuale attraverso il
prana sottile. In ogni tipo di sadhana, la dea Kundalini è
l'oggetto di adorazione, in una forma o nell'altra. Kundalini ha
connessione con il prana sottile; questo ha connessione con le
nadi e i chakra sottili. Le nadi sottili hanno connessione con
la mente; questa ha connessione con tutto il corpo. Avete
sentito che c'è mente in ogni cellula del corpo. Il prana è la
forza operante del corpo; è dinamico. Questa Shakti statica
viene stimolata dal pranayama e da altre pratiche yogiche e
diviene dinamica. Queste due funzioni, statica e dinamica, sono
chiamate 'sonno' e 'risveglio' di Kundalini. Raccomandazioni per gli aspiranti Il sistema delle nadi e dei chakra in breve Le nadi sono i canali astrali (sukshma) attraverso cui scorre il prana (energia vitale) verso le differenti parti del corpo. Ida, pingala e sushumna sono le più importanti tra le innumerevoli nadi. Tutte le nadi partono dal kanda. Questo è situato nello spazio tra l'origine dell'organo di riproduzione e l'ano. La sushumna nadi è situata dentro la colonna spinale, nel canale spinale All'interno della sushumna nadi c'è una nadi di nome vajra. Chitra nadi, un canale minuto, chiamato pure brahmanadi, è dentro questa vajra nadi. Kundalini, quando risvegliata, passa attraverso chitra nadi. Tutti questi sono centri sottili, e non potete fare nessuna prova o esperimento di laboratorio. Senza questi centri sottili, il corpo grossolano non può esistere e funzionare. Muladhara, svadhishthana, manipura, anahata, vishuddha, ajna e sahasrara sono i chakra più importanti. Quando Kundalini ascende di chakra in chakra, viene aperto uno strato dopo l'altro della mente e il sadhaka accede a più alti stati di coscienza. In ogni chakra ottiene vari siddhi. Ida, pingala e altre nadi si trovano ai lati della spina dorsale. Ida fluisce per la narice sinistra e pingala per la narice destra. Nella swara sadhana il respiro deve fluire per la narice sinistra durante il giorno e la narice destra durante la notte. |
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