Bandha e Mudra

 

Ashwini Mudra
Jalandhara Bandha
Jnana Mudra
Khechari Mudra
Mula Bandha
Uddiyana Bandha
Nauli
Maha Mudra

 

 

 

“…Con ogni sforzo si perseveri nella pratica dei mudra per risvegliare la Signora addormentata alla porta di Brahma”

(Hatha Yoga Pradipika, III, 5)

“O Devi, ti ho parlato dei mudra. La loro sola conoscenza conferisce tutti i Siddhi”

(Gheranda Samhita, III,4)

Queste espressioni, che introducono l’esposizione dei mudra in due dei più importanti testi classici della letteratura yogica, ci dicono chiaramente l'estrema importanza che queste pratiche hanno: sono infatti considerate tra le più alte per condurre alla consapevolezza del prana, dei chakra e della kundalini e per l’acquisizione dei siddhi, i poteri psichici, nei praticanti avanzati. La loro importanza è tale che qui, come in altri antichi testi tantrici, vengono considerati (insieme ai bandha) una branca indipendente dello yoga, che richiede una particolare sottile consapevolezza. Anche se sono trattati in molti testi, i mudra fanno parte di quel gruppo di pratiche tradizionalmente comunicate al discepolo direttamente dal Guru.

La parola sanscrita “mudra” è tradotta come “gesto” o “atteggiamento”. Si tratta infatti di atteggiamenti del corpo che esprimono simbolicamente la psiche: riflettono la mente nel corpo e il corpo nella mente. Ogni gesto, anche il più semplice, avrà infatti una corrispondenza nel corpo sottile: il suo effetto viene trasmesso attraverso tutti i livelli dei kosha e il segnale appropriato è trasferito dal grossolano al sottile. Possiamo quindi mandare un segnale alla mente attraverso un atteggiamento fisico. Atteggiamenti e posizioni adottati durante i mudra creano dunque un collegamento diretto fra corpo fisico, mentale e pranico, stabilendo un equilibrio tra i kosha: il praticante prende così consapevolezza del flusso del prana nel corpo e può dirigere l’energia sottile verso i chakra superiori, arrivando ai più alti stati di coscienza. La pratica dei mudra impedisce inoltre la dissipazione del prana nel mondo esterno, il che induce la mente all’introversione, portando a stati di pratyahara (ritiro dei sensi) e dharana (concentrazione). Per questa prerogativa di ridirigere il prana, costantemente irradiato da nadi e chakra, i mudra sono importanti tecniche per il risveglio di kundalini e sono incorporati nelle pratiche di kriya yoga e kundalini yoga.

Un mudra può coinvolgere l’intero corpo in una combinazione di asana, pranayama, bandha e tecniche di visualizzazione o può essere una semplice posizione delle mani. Questi ultimi sono mudra meditativi, che hanno lo scopo di ridirigere nel corpo il prana emesso attraverso le mani, conducendo il praticante ad un'alto livello di interiorizzazione.

Il valore dei mudra è quindi indubbio; resta da dire, non ultimo, che essi aiutano a correggere i disordini organici del corpo, il che porta automaticamente alla cura dei disordini funzionali. Quanto ai siddhi e al risveglio di kundalini, solo una pratica costante sotto la guida di un maestro illuminato può dare atto a testimonianze che dagli antichi sono state tramandate fino a noi.

 

“O Chanda, ti ho rivelato tutta la verità. Cosa potrei dirti di più! Nulla c’è al mondo meglio dei mudra, per avere un rapido successo e ottenere la perfezione”

(Gheranda Samhita, III, 95).

 

Teoria e Pratica


 

Ashwini Mudra
 
Significa mudra della giumenta
 
L'ashwini mudra opera una combinazione tra la contrazione degli sfinteri dell' ano e il loro rilassamento.


Tecnica 1:

  • seduti a terra gambe incrociate, schiena corpo e schiena eretti - occhi chiusi.
  • respirare normalmente.
  • contrarre i muscoli sfinterici dell' ano per alcuni secondi. poi rilassarli per alcuni secondi.
  • ripetere alcune volte
  • mai raggiungere il limite del disagio

Tecnica 2:

  • inspirare, contemporaneamente contrarre l' ano.
  • trattenere il respiro mantenendo in contrazione i muscoli sfinterici.
  • espirare e rilassare la contrazione dell' ano.
  • ripetere alcune volte
  • mai raggiungere il limite del disagio
 

benefici: controllo sui muscoli sfinterici dell' ano - cura le emorroidi, prolasso del retto o dell' utero - stimola la peristalsi intestinale rimuovendo la stitichezza -

Jalandhara Bandha
 
Jala significa rete - bandha, legame
 

I tre bandha principali, indispensabili per il pranayama classico sono: jalandhara (il primo bandha da imparare) uddiyana bandha e mula bandha.

Jalandara bandha chiude l'esofago e comprime vari organi compresi i seni recettori localizzati nella regione della gola. Questi recettori sono sensibili alla pressione del sangue nelle vene giugulari che forniscono sangue al cervello (se la pressione e ' alta i ricettori mandano messaggi al cervello ed al cuore che viene rallentato, se la pressione e' bassa i ricettori mandano messaggi al cervello ed al cuore che viene accelerato). I recettori sono sensibili alla pressione e così la compressione che ricevono durante jalandhara bandha rallenta il cuore e tranquillizza la mente.
Lo scopo di questo bandha e' quello di attivare l'energia del corpo impedendo che vada dispersa; evita anche che quest' energia venga male impiegata.
Il jalandhara bandha gioca un ruolo di ammortizzatore o di isolante, nei confronti di manifestazioni energetiche "anarchiche" che potrebbero causare turbe somatiche; un paragone: la corrente elettrica e' un' energia molto utile ma può causare danni seri se non venisse ben incanalata ed isolata.

Tecnica

  • seduti a terra, gambe incrociate

  • mantenere la schiena per eretta

  • tendere le braccia ed appoggiare le mani sulle ginocchia

  • inghiottire la saliva qualora ve ne fosse bisogno, inspirare profondamente e ritenere il respiro

  • abbassare lentamente il collo e la testa contro il torace, portandoli avanti e verso il basso (il mento viene inserito sulla fossetta clavicolare - piccola cavità che separa le estremità interne delle clavicole)

  • raddrizzare le braccia e bloccare la posizione

  • rimanere in posizione sino a quando siete comodamente in grado di trattenere il respiro.

  • rilassare le spalle, piegare le braccia, lentamente rilasciare la chiusura, sollevare la testa ed espirate

  • ripetere quando la respirazione diventa normale

  • meglio se praticato con pranayama e mudra

precauzioni: non inspirare ne' espirare mai fino a quando non si sia rilassata la chiusura del mento e la testa non sia diritta.

 

benefici: crea equilibrio al sistema nervoso - combatte stress e ansia - il mal di testa da congestione e ronzii alle orecchie- migliora la funzione della tiroide e paratiroidi .

Jnana Mudra
 
Jnana significa conoscenza - mudra, chiusura
 
Gli indù lo considerano il simbolo della conoscenza. La congiunzione delle estremità dei pollici e degli indici consente di conservare il prana, l'energia vitale che tenderebbe a disperdersi attraverso questi poli magnetici.
Per la mentalità occidentale tutto ciò può apparire sconcertante, ma tale nozione viene confermata dalla teoria dell' agopuntura, che ritiene la punta delle dita dei piedi, il punto di congiunzione dei meridiani.

Tecnica
  • seduti a terra con le gambe incrociate
  • distendete le braccia in avanti e appoggiare le mani sul rispettivo ginocchio
  • unire le estremità degli indici e dei pollici in moda da formare un cerchio le altre dita sono tese.
 

benefici : influisce favorevolmente sull' inspirazione grazie all' appoggio del dorso delle mani sulle ginocchia che fanno ruotare indietro le spalle, aprendo maggiormente il torace.

Khechari Mudra
 
Significa chiusura della lingua.
 

Nella cavità retrostante il palato vi sono ghiandole che hanno controllo sulle attività del corpo.- le loro secrezioni vengono stimolate dalla pressione della lingua piegata. Ciò agisce beneficamente sulla salute in generale.

Tecnica:

  • chiudere la bocca, portare la punta della lingua più indietro possibile senza forzare.
  • eseguire il più a lungo possibile. ( se provate disagio rilassare la lingua per qualche secondo e poi riprendere la pratica.
  • con la pratica la lingua salirà entro le cavità nasali per stimolare molti centri nervosi vitali del cervello.
 
benefici : viene prodotta saliva, toglie la sensazione di sete e di fame - mantiene l' energia vitale nel corpo

Mula Bandha
 
Mula significa radice - bandha, afferrare.
 

I tre bandha principali, indispensabili per il pranayama sono: jalandhara ( il primo bandha da imparare) uddiyana bandha e mula bandha.
Con questo bandha la zona fra gli organi urinari ed escretori viene contratta e tirata in alto. Questo genera vitalita' agli organi e risveglia l' energia sessuale.


Tecnica:

  • seduti a terra con le ginocchia incrociate - schiena eretta.
  • mettere i palmi delle mani sulle ginocchia.
  • chiudere gli occhi e rilassare.
  • espirare profondamente svuotando i polmoni il più possibile.
  • simulare una inspirazione senza lasciar passare il minimo d'aria (questa falsa inspirazione rpovochera' una notevole ritrazione addominale - la contrazione interessa la parte anatomica compresa tra l' ano e il basso ventre sino a una linea orizzontale che passa per l ' ombelico).
  • mantenere la ritenzione del respiro 6 sec. ed eseguire jalandhara bandha.
  • lasciate la contrazione del perineo, alzare lentamente la testa - espirate lentamente.
  • mai raggiungere il limite del disagio
 

benefici : i nervi pelvici vengono stimolati e tonificati gli organi sessuali ed escretori - i muscoli dello sfintere anale vengono rinforzati - aumenta la peristalsi intestinale così da rimuovere efficacemente emorroidi e stitichezza.

Uddiyana Bandha
 
Uddiyana significa salire, prendere il volo - bandha, legare
 

I tre bandha principali, indispensabili per il pranayama sono: jalandhara ( il primo bandha da imparare) uddiyana bandha e mula bandha.

In questa bandha il prana od energia si muove dall'addome inferiore verso la testa, il diaframma viene tirato su, verso la cavità toracica e gli organi addominali tirati in dentro verso la colonna vertebrale. il fuoco digestivo viene stimolato e tutti gli organi addominali vengono tonificati. fegato, pancreas, reni, milza ecc... vengono massaggiati e resi più sani ed i disturbi associati vengono rimossi con la pratica regolare.

Tecnica:

  • Stare in piedi a piedi uniti, con i talloni e gli alluci che si toccano l'uno con l'altro e le mani a fianco delle cosce

  • Unire le ginocchia e , tirando in alto le rotule, contrarre le anche e tendere i muscoli che sono dietro le cosce

  • Tenere in dentro lo stomaco, il petto in fuori, la spina dorsale tesa e il collo diritto

  • Non far gravare il peso del corpo né sui talloni né sulle punte dei piedi, ma distribuirlo uniformemente su tutti e due i piedi.

  • Assestarsi nella posizione e rimanervi per 5-10 secondi respirando normalmente

  • Divaricare le gambe di mezzo metro

  • Inchinarsi leggermente in avanti, piegando le ginocchia e poggiando le mani con le dita aperte a metà cosce

  • Abbassare le mani fino a far poggiare il mento nell'incavo esistente tra le ossa del collo e la sommità dell'osso del petto (jalandhara bandha)

  • Inspirare profondamente e poi espirare rapidamente in modo che tutta l'aria esca contemporaneamente dai polmoni

  • Trattenere il respiro (senza inspirare). Tirare in dentro l'addome verso la spina dorsale. Contrarre la regione addominale e sollevarla verso lo sterno, premendo le mani contro le cosce

  • Mantenendo contratto l'addome togliere le mani dalle cosce e poggiarle sui fianchi

  • Raddrizzare ambedue le gambe e la schiena senza rilassare l'addome o sollevare il mento dallo sterno

  • Rilassare i muscoli addominali senza però muovere il mento e la testa. Se quest'ultima si muove, si avverte immediatamente uno sforzo al cuore

  • Inspirare lentamente e profondamente

  • Mentre eseguite le posizioni dal n. 6 al n. 9 di cui sopra, non inspirare, non rimanere in questa posizione piu di 5-10 secondi, secondo le proprie capacità

  • Compiere qualche atto respiratorio, quindi ripetere il ciclo descritto nei paragrafi dal n. 1 al n. 10 di cui sopra. Comunque non ripetere tale ciclo più di 6-8 volte di seguito nelle 24 ore. Aumentare la durata della posizione od il numero dei cicli soltanto sotto la sorveglianza personale di un Guru esperto

  • I cicli devono essere eseguiti tutti di seguito soltanto una volta al giorno

  • Eseguire i cicli a stomaco vuoto dopo aver evacuato sia la vescica che gli intestini

  • Imparare prima Uddiyana Bandha nella posizione eretta, quindi in quella seduta come primo passo nella pratica di Prànayama

  • Questa bandha dovrebbe essere eseguita durante l'espirazione (rechaka) ed il trattenimento del respiro (kumbhaka) nei vari tipi di Prànayama

 

benefici : Tonifica gli organi addominali, aumenta il fuoco gastrico ed elimina le tossine nell'apparato digerente. E' una panacea per tutti i disturbi dell' addome e dello stomaco (stitichezza, indigestione, vermi, diabete)

 

 

Nauli
 

La parola Nauli non si trova nei dizionari correnti. Ullola che significa grossa onda o ondata, fornisce qualche idea sul processo del Nauli in cui i muscoli e gli organi addominali si muovono lateralmente e verticalmente come un'ondata. « Nau » significa barca e « li » aggrapparsi, giacere, nascondere o coprire. I1 beccheggio di una imbarcazione in un mare in tempesta fornisce qualche idea del Nauli. Nauli è un kriya o processo e non un' asana. Si deve prestare molta attenzione alla sua esecuzione, altrimenti il procedimento reca numerose malattie. Non è quindi consigliato al praticante medio che si dovrà prima impadronire di Udiiyana Bandha per poi eseguire il Nauli, che è descritto nel Gheranda Samhita sotto il nome di Lauliki.

 

Tecnica:

  • Stare in piedi a piedi uniti, con i talloni e gli alluci che si toccano l'uno con l'altro e le mani a fianco delle cosce
  • Unire le ginocchia e , tirando in alto le rotule, contrarre le anche e tendere i muscoli che sono dietro le cosce
  • Tenere in dentro lo stomaco, il petto in fuori, la spina dorsale tesa e il collo diritto
  • Non far gravare il peso del corpo né sui talloni né sulle punte dei piedi, ma distribuirlo uniformemente su tutti e due i piedi.
  • Assestarsi nella posizione e rimanervi per 5-10 secondi respirando normalmente
  • Divaricare le gambe di circa mezzo metro, piegarle leggermente alle ginocchia ed inchinarsi in avanti

  • Poggiare le mani con le dita aperte sulle cosce appena sopra alle ginocchia

  • Abbassare la testa fino a far poggiare il mento nell'incavo esistente tra la clavicola e lo sterno (jalandhara bandha)

  • Inspirare profondamente, quindi espirare rapidamente in modo da far uscire l'aria tutta insieme

  • Trattenere il respiro (senza inspirare). Tirare in dentro l' addome verso la spina dorsale (uddyiana bandha)

  • La zona tra il peritoneo e le costole mobili su ambedue i lati dell'addome deve essere resa passiva per potervi creare una cavità. Nello stesso tempo spingere in fuori i retti addominali

  • Mantenere questa posizione dai 5 ai 10 secondi, a seconda delle proprie capacità

  • Rilassare i retti e tornare nella posizione propria della uddyiana bandha

  • Rilassare l'addome ed inspirare lentamente.

  • Compiere qualche atto respiratorio profondo. Ripetere il ciclo soltanto sei od otto volte di seguito ogni 24 ore

  • Eseguire Nauli a stomaco vuoto dopo aver vuotato la vescica e gli intestini.

 

benefici : I retti addominali vengono rinforzati. Il Nauli comporta inoltre tutti i benefici di Uddyiana Bandha

 

 

Maha Mudra ( tecnica hata )
 
Il termine Maha-Mudra , consiste di due parole : Mahat (contratto in Maha) e Mudra.
In Sanscrito Mahat significa grande, di grande valore fisico e spirituale. Mudra significa una particolare modalità di contrazione muscolare. (1) - Questo Mudra è chiamato Maha-Mudra a causa della sua grande efficacia nel risveglio della forza spirituale della Kundalini.

La tecnica di Maha-Mudra può essere descritta in 4 parti, ognuna di queste parti corrisponde ad alcuni esercizi classici dell'Hata Yoga coi quali sarebbe bene avere già qualche dimestichezza. Di queste, la prima parte corrisponde alla parte di Siddhasana , la seconda a Paschimatana , la terza a Ujjayi, e la quarta alla pratica simultanea dei tre Bandhas : Mula, Uddiyana e Jalandhara.

Andiamo a vedere queste quattro parti della tecnica una alla volta.

La prima parte di Maha-Mudra corrisponde alla parte di Siddhasana , la quale richiede che uno dei talloni debba essere spinto contro il perineo. Ciò può essere fatto nel seguente modo. Seddere dapprima con le gambe completamente distese in avanti e affiancate

( Fig.I )

Indi piegare la gamba sinistra con il ginocchio a terra, accostando e premendo il tallone sinistro contro il perineo con l'aiuto della mano destra come in figura. Per poter meglio effettuare la pressione del tallone contro il perineo , è opportuno prima sollevare i genitali (maschili) con la mano sinistra , mentre con la destra si aiuta il tallone a premere contro il perineo nel modo corretto. Con cura va evitato che parti anche minime dello scroto possano essere compresse tra il perineo ed il tallone.
La pianta del piede sinistro deve essere strettamente in contatto con la coscia destra. Non si deve in nessun modo tentare di sedersi sopra al tallone. In quanto questa procedura sbagliata provoca una errata pressione sui due ossi laterali del perineo e non sul perineo propriamente come in figura.

( Fig.II - gamba sinistra piegata )

(1) Si noterà che si è dato al Mudra lo stesso significato dato al Bhanda. Difatti nella letteratura Yoga le parole Mudra e Bandha sono usate come sinonimi. Perciò Uddiyana , Mula, etc etc. sono chiamate sia come Bandhas che Mudras. Questo però non dovrebbe, comunque, interferire con il fatto che una particolare classe di Mudras è chiamato Bhanda !

Per esempio Jihva-Bandha non è assolutamente un Mudra. Per questo è difficile comunque fare una esatta distinzione tra le due parole , oppure si deve considerare "Mudra" come definizione generica , e "Bandha" come termine specifico. Così il significato qui suggerito per Mudra e Bandha è volutamente molto vago.

Dopo che la gamba sinistra è stata posizionata correttamente , i genitali possono essere lasciati scendere liberamente come si desidera, senza dedicare loro ulteriori attenzioni. (2) - Con questo si completa la prima parte della tecnica.

(2) Questo tipo di suggerimento è valido sopratutto per i Cultori Spiritualisti, in quanto essi usano praticare anche il Maha-Mudra senza alcun indumento come è loro abitudine fare.
Ed anche in caso di coperture molto leggere e larghe , esse non consentono comunque ai genitali di assumere la corretta posizione senza le precauzioni suddette. Cosa che invece può non essere necessaria in caso si indossino delle classiche mutandine aderenti ed elastiche .

 

( Fig.III - gamba destra piegata )


La seconda parte della tecnica corrisponde alla parte di Paschimatana , sebbene questa parte non è così esatta come quella di Siddhasana.
Francamente parlando, la seconda parte della tecnica di Maha-Mudra consiste nell'afferrare il piede della gamba stesa (destra). Ma vediamo dettagliatamente come questo va fatto .
Dopo aver posizionato il tallone sinistro correttamente, si prepara una presa con le dita incrociando le dita della mano destra con quelle della sinistra. Questo bloccaggio delle dita incrociate può essere visto bene nella figura

( Fig.IV )


Poi piegando un po' la gamba stesa ,si afferra con le dita incrociate il piede sinistro appena sotto l'alluce (3), e comincia dolcemente ma fermamente a stendere la gamba nuovamente , fino a che la giuntura del ginocchio non sia di nuovo completamente bloccata e distesa , così come tutta la muscolatura ed i legamenti posteriori della gamba (destra). Con attenzione va evitato che si pieghi il ginocchio della gamba stesa , altrimenti la trazione sulla regione lombo-sacrale verrebbe diminuita tanto da inficiare il risultato finale del Mudra.

(3) Sia che si afferri la presa incrociata sotto l'alluce che coprendo l'alluce esso è irrilevante, purché la trazione cada comunque nella zona sottostante l'alluce del piede destro.

 

( Fig.V )


E' vero che la pratica del Maha-Mudra è consigliata a studenti Yoga avanzati, ma è comunque possibile insegnare la pratica anche a principianti, ovviamente con alcune necessarie varianti nella tecnica principale.
In questo caso gli accenni dati precedentemente per i praticanti di culturismo, riguardo a Paschimatana, risulteranno molto utili ai principianti per l'esecuzione di questo Mudra. Ma comunque li ripetiamo qui per esteso al fine di una migliore comprensione.
Nel caso di principianti , per quasi tutti loro, i legamenti del ginocchio, che si trovano lateralmente e sotto il ginocchio stesso e ci permettono di piegarlo e distenderlo, non possiedono la necessaria elasticità adatta per questo Mudra.
Il risultato è, difatti, che il ginocchio durante la trazione tende a sollevarsi da terra.
Ma attraverso un po' di pratica giornaliera, sia giovani che adulti in salute possono subito rendere i legamenti abbastanza elastici da poter eseguire il Mudra anche con appena un po' di difficoltà , ma senza sollevarlo da terra.

Ma le persone che sono in età avanzata o prematuramente invecchiate o che hanno contratture muscolare dovute a eccesso di esercizio, si trovano in una differente posizione. Difatti esse trovano enormi difficoltà nel flettere in avanti il busto mentre mantengono la gamba e sopratutto il ginocchio steso a terra. La loro spina dorsale è così rigida che essi non riescono a toccare, a volte, nemmeno gli alluci con le dita delle mani!
Non c'è, comunque, nessun motivo valido affinché anche queste persone diventino frustrate e insofferenti per la loro situazione di inferiorità.
Essi devono comunque continuare nella pratica di questo Mudra , dolcemente ma fermamente.

Certo che invece di sforzarsi inutilmente per afferrare con le dita intrecciate gli alluci o il piede, essi devono cercare di afferrare la propria gamba comunque, o vicino alla caviglia, o almeno vicino al ginocchio. Senza esagerare nello sforzo il busto deve cercare di piegarsi il più possibile, e il ginocchio deve essere mantenuto schiacciato a terra.

( Fig.VII )

 

Questo piegamento del busto,seppure minimo, se mantenuto per un certo tempo, porterà immancabilmente ad una aumento del piegamento possibile. Invece piegamenti forzati a strappo , violenti o meno, vanno scrupolosamente evitati.

Con la pratica , a tempo debito la spina dorsale darà chiari segni di aumentata elasticità, ed anche i legamenti saranno capaci di sopportare uno stiramento maggiore, affinché lo studente possa appieno sperimentare l'efficacia dello stiramento completo dei muscoli posteriori afferrando con le dita agganciate il piede ed anche un po' oltre il piede se possibile.
L'elasticità si svilupperà giorno per giorno, facendo diventare la pratica non solo possibile , ma persino confortevole.
La pazienza e la perseveranza faranno superare qualunque difficoltà, così come anche è indispensabile la regolarità nella pratica, fattori questi indispensabili nello Yoga.

Allorché si è posizionato correttamente il tallone, e si è afferrato con le mani incrociate il piede, le prime due parti della tecnica sono state completate, e siamo pronti per passare alla terza parte. Come già detto all'inizio questa terza parte corrisponde ad Ujjayi (4).
Lo studente dovrà semplicemente inalare profondamente attraverso entrambe le narici come in Ujjayi, ponendo particolare attenzione al controllo dei muscoli addominali .Quando l'inalazione è completata la glottide viene chiusa per la pratica di Kumbhaka.

(4) L'inalazione e la esalazione del tipo presente in Suryabhedana, è anche quella presente in questo Mudra. Puraka e Rechaka sebbene simili a quelli di Ujjayi e Suryabhedana , devono essere praticati attraverso entrambe le narici in questa parte del Mudra.


Quando anche questo ulteriore passo è stato eseguito, l'allievo è pronto per praticare il quarto livello della tecnica di Uddiyana, che richiede invece, il rilassamento dei muscoli addominali frontali.
Nell'Uddiyana ordinario questo rilassamento è seguente a una completa contrazione dei suddetti muscoli ed è completo e totale.


In questo particolare Uddiyana invece ,sebbene anche qui il rilassamento è susseguente ad una completa contrazione , esso però, possiede molte considerazioni di carattere anatomico e fisiologico diverse e meno complete dell'altro tipo.
Infatti il risultato è che, mentre questo tipo ultimo di Uddiyana è mantenuto, i muscoli restano contratti molto più vigorosamente di quando viene praticato solo in Kumbhaka con Mula e Jalandhara Bhanda.
Conseguentemente la pressione intra-addominale e intra-polmonare viene di molto aumentata in questo tipo di Uddiyana rispetto al tipo ordinario

La figura mostra il Maha Mudra completo con i tre Bandhas .

( Fig.VIII )

Con la pratica di questo particolare Uddiyana , la tecnica del Maha-Mudra è completa.Perciò possiamo vedere che questo Mudra richiede fondamentalmente quattro condizioni per essere eseguito:

  • Primo , spingere il tallone contro il perineo.

  • Secondo, afferrare con le mani intrecciate il piede della gamba correttamente distesa.

  • Terzo, mantenere il Kumbhaka (a polmoni pieni).

  • Quarto, eseguire la pratica simultanea dei tre Bandhas .

L'intera tecnica del Maha Mudra sarà ancora brevemente ma chiaramente chiarita appena sarè spiegato qual'è il tipo di Pranayama praticato con i tre Bandhas nella posizione combinata di Pashimatana e Siddhasana. (Maha Mudra ..appunto)

Questa equazione di Maha Mudra = Pranayama ci fornisce il mezzo con il quale determinare la misura della difficoltà del Maha Mudra, e cioè del suo livello. E' evidente che il Mudra sarà mantenuto tanto a lungo, quanto a lungo sarà mantenuto Kumbhaka. Questo significa che il metro di Kumbhaka, è anche il metro di Maha Mudra .

Se un allievo è capace di mantenere Kumbhaka , diciamo per circa 30 secondi, la corretta misura della sua pratica di Maha-Mudra , dovrebbe essere anch'essa di 30 ".
Egli comunque dovrebbe , prendere nota del fatto che :
la pratica di Kumbhaka in una posizione meditativa da sola è certamente molto meno faticosa ed estenuante di quella possibile in Pashimatana con tre bandhas , come appunto è richiesto nel Maha-Mudra.
Perciò è consigliabile che la lunghezza del Kumbhaka in Maha-Mudra, sia abbastanza più corta di quella ordinaria.
Quindi un allievo che può comodamente mantenere un Kumbhaka ordinario di 30", è vivamente consigliato di mantenere lo stesso in Maha-Mudra per non oltre i 15" circa.
La fine del Kumbhaka segna la fine del Mudra e perciò il punto dal quale inizia il ritorno progressivo, passo dopo passo, del Maha-Mudra.

Nel ritorno dei passi progressivi del Maha-Mudra si rilasseranno dapprima i due bandhas : Uddiyana e Mula, quasi simultaneamente, mentre subito dopo seguirà il rilascio di Jalandhara bandha .
Dopo si potrà stirare il collo, aprire la glottide, e lentamente ma profondamente espirare l'aria trattenuta nei polmoni.
Questi processi di Puraka, Kumbhaka e Reckaka, sebbene non appartengano ad un Pranayama indipendente, devono seguire le regole di quello ordinario a cui il Pranayama è sottoposto, non dimenticando la regola che richiede il rapporto :
1:2:2 , oppure 1:4:2 , e i loro relativi rapporti corrispondenti quali quelli di cui è composto un ciclo di Pranayama .

Se ad un ciclo di Pranayama (in Maha-Mudra) debba seguirne subito un altro , oppure si preferisca fare qualche respirazione normale prima di iniziare il ciclo successivo, tutto sommato, dipende unicamente dalla scelta dell'allievo e sopratutto dalle sue capacità. In quanto se lo si ritenesse necessario, è anche possibile rilassare per un attimo la presa del piede e piegare il ginocchio un po', dopo il ciclo di Pranayama .
E' ovvio però, che va sempre ricordato l'obiettivo della pratica, la quale tende nel tempo a mantenere la presa e la posizione completa per un tempo sempre più lungo, praticando anche dei Pranayama con i tre bandhas in successione rapida e senza interruzioni di respirazioni normali.

Quando l'allievo ha esaurito metà della sua energia, spesa nella prima serie di pratiche del Maha-Mudra con Pranayama,si dovrebbe ritornare alla posizione normale e prepararsi mentalmente per eseguire un secondo ciclo per esaurire la seconda metà dell' energia .
Questa seconda metà andrà spesa esattamente come la prima metà ma con alcune piccole differenze di tipo speculare:invece di posizionare il tallone sinistro contro il perineo, stavolta sarà il destro ad essere in posizione, così che stavolta la gamba distesa sarà la sinistra invece che la destra , come pure è ovvio che le dita incrociate afferreranno il piede sinistro stavolta.
Tutto il resto della tecnica sarà esattamente la stessa in questa seconda parte come per la prima.

A questo proposito è fondamentale ricordare che il numero dei Kumbhaka eseguiti sia lo stesso per entrambi i lati e le due parti della tecnica.
Certamente questa puntualizzazione è solo per dare una abitudine alla regolarità, che spesso però può essere diversa, sia nell'intensità che nella durata dei Kumbhaka, tra la prima e la seconda parte, in quanto le energie non sempre sono dosate perfettamente dall'allievo.
Ma questo è perfettamente normale, quando entrambe le due fasi sono state eseguite la pratica del Maha-Mudra è conclusa.

 

Note sul Maha Mudra

Il Maha-Mudra è più che altro un esercizio di tipo spirituale, sebbene esso abbia, come visto,anche un grandissimo valore Fisiologico. (6)
Molti Testi Hatha-Yoga lo descrivono come un mezzo potente per il risveglio della Kundalini.
Dobbiamo per questo ben capire come la pratica del Maha-Mudra vada sviluppata in un cammino spirituale e non solo fisico.

La tecnica di questo Mudra ci mostra che esso è una combinazione di quattro differenti esercizi:
Siddhasana, Paschimatana, Pranayama e Traya-Bandha (7); o dovremmo meglio dire di sei diversi esercizi considerando i tre bandha individualmente.
E inoltre tutti queste diverse tecniche , quando praticate insieme nel Maha-Mudra assumono una valenza ed intensità ancora maggiore che singolarmente.
Ecco perciò che la pressione del tallone contro il perineo richiesta in Siddhasana, diventa più intensa in Maha-Mudra a causa del piegamento in avanti del busto.
Ed anche la curvatura in avanti del corpo dovuta a Pascimatana, diventa più pronunciata a causa di Jalandhara bandha in Maha-Mudra.
Come pure l'intensità del Kumbhaka è aumentata in Maha-Mudra dal fatto che esso è praticato insieme ai tre bandha, che a loro volta sono intensificati dalla pratica in combinazione con Kumbhaka e Paschimatana.

Ed è a causa di questa così elevata intensità e difficoltà della pratica del Maha-Mudra , che essa risulta estremamente faticosa e stressante.
Quindi gli allievi sul cammino spirituale, dovrebbero avvicinarsi a questa pratica, con estrema cautela , e fare attenzione a non sottoporre il proprio corpo a stiramenti e fatiche per le quali non è stato preparato lungamente .
In quanto questo potrebbe causare invece,danni fisici e permanenti al proprio corpo antitetici allo scopo dello YOGA stesso .

A questo proposito noi suggeriamo agli allievi di iniziare la tecnica del Maha-Mudra con alcuni esercizi preparatori quali quelli della pratica di Siddhasana e Paschimatana.
Solo dopo di iniziare con una pratica di Pranayama senza Kumbhaka e , separatamente anche iniziare una pratica dei Tre Bandhas.
Quando ci si sente in coscienza ben allenati e pronti in tutte queste tecniche , si può passare alla pratica di Kumbhaka in Siddhasana e Rechaka-Puraka in Paschimatana; e solo dopo qualche tempo si può praticare anche Kumbhaka in Paschimatana.
Questo tirocinio di Kumbhaka in Siddhasana e Paschimatana dovrebbe essere praticato abbastanza a lungo mentre si praticano anche a parte i tre bandhas , per avere un margine di sicurezza potremmo dire che per un uomo di mezza età in piena salute detto allenamento preliminare potrebbe durare almeno sei mesi !
Dopodiché la pratica dei tre bandhas dovrebbe essere accoppiata con il Kumbhaka e con la posizione di Siddhasana per almeno altri due mesi , affinché possa poi essere finalmente pronto per la pratica completa di Maha-Mudra.

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Nell'Approfondimento precedente non avevamo detto nulla riguardo al valore spirituale di Maha-Mudra e alle sue modalità di approccio alla pratica , che invece poi si troveranno ora nei consigli generali dati più avanti.
 
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La pratica simultanea dei tre bandhas (Uddiyana, Jalandhara,e Mula ) e chiamata Traya-Bandha , in quanto in Sanscrito Tra significa appunto tre.


Qualunque sia il modo in cui l'allievo decida di iniziare a praticare e a combinare i Tre Bandhas con il kumbhaka, egli dovrebbe sempre ricordare di porsi con umiltà verso la pratica come verso l'inizio di una lunga e difficile salita; sentendosi soddisfatto con una pratica iniziale di non più di sei Kumbhaka al giorno.
Lentamente e progressivamente il numero crescerà fino ad un massimo di otto per giorno.
E possiamo affermare che questo limite di otto possa ritenersi sufficiente per i propositi di una pratica di tipo spirituale.
Per chi persegue un fine più fisico invece , e non è particolarmente versato per la pratica di Maha-Mudra, noi suggeriamo comunque di seguire gli stessi passi e approcci dati già prima per i cultori spirituali della pratica stessa.
Anche se però, un cultore dell'aspetto fisico , non dovrebbe mai combinare Uddiyana con Abhyanthara-Kumbhaka, che è una speciale variante di Kumbhaka in inspirazione .
Egli dovrebbe accontentarsi della pratica normale di Uddiyana e comunque non superare i 24 cicli completi di Maha-Mudra per giorno.

 



AVVERTENZA !!

Il Maha-Mudra è, e rimane una tecnica riservata a tutte le persone di forte e robusta costituzione fisica !
Perciò i deboli di costituzione e gli invalidi , non dovrebbero mai cadere nella tentazione di tentare di praticarlo, anche quando si legge da parte di tutti gli autori di Hatha Yoga, dei suoi grandi benefici e doti curative !
 

Om Shanti